Antica casata di Forlì, nota, originariamente, con il solo cognome di
Calboli, dall'omonimo castello posseduto in territorio tosco-romagnolo.
Più tardi assunse il nome di
P. di C., derivante da quello di un
guerriero del 1300. Il primo documento attestante l'esistenza della famiglia
risale al 1244; si tratta di un bolla pontificia, emanata da papa Innocenzo IV,
che confermava ai fratelli
Nicola, Raniero, Giovanni e
Guido i
beni posseduti prima delle confische decretate ai loro danni da Federico Il di
Svevia. Il più famoso dei fratelli fu
Raniero, ricordato anche da
Dante nel Purgatorio, che morì nel 1296 in una guerra contro gli
Ordelaffi, nel tentativo di riconquistare Forlì. La sua discendenza
terminò con
Francesco, che donò, nel 1382, tutti i suoi
beni alla Repubblica di Firenze.
Guido, fratello di Raniero, ebbe un
figlio,
Fulcieri, podestà di Firenze (1303), anche lui citato da
Dante nel Purgatorio, per aver infierito contro i Bianchi fuoriusciti. Fulcieri
morì nel 1340 nel castello di Calboli e la sua discendenza si divise poi
con
Antonio, Francesco, Lodovico e
Pauluccio in quattro rami, che
ebbero sede nelle città di Venezia, Ravenna, Ferrara e Forlì. Il
ramo di Pauluccio, che è quello di Forlì, si divise in seguito in
due parti, avendo questo due figli,
Pier Antonio e
Girolamo.